Il dramma shakespeariano è una delle letture interpretative più ricercate a teatro. In questa versione, il ponte tra passato è presente è sostanzialmente lo stesso. Con una urgenza in più
Al Teatro Quirino, dal 18 al 30 Ottobre, Daniele Pecci porta in scena Amleto come interprete, adattatore del testo e regista. Un Amleto moderno, che esprima l’interrogativo sull’esistenza, il famoso dubbio amletico, senza alterarne il linguaggio. Elemento nodale rimane il testo nella sua traduzione e adattamento. Un testo ridotto, alla portata dello spettatore odierno, di facile comprensione ma fedele alla struttura poetica Questo l’intento registico presentando una messa in scena e una recitazione attuali, senza simbolismi e sovrastrutture.
Accanto a Pecci in scena, 14 attori tra cui Maddalena Crippa, Rosario Coppolino, Giuseppe Antignati, Sergio Basile, Mario Pietramala e Mauro Racanati.
Come per ogni testo del drammaturgo, l’operazione teatrale è segnata da un’analisi accurata della sfera animica in relazione al quotidiano sentire. Maestro delle contraddizioni umane e foriero di soluzioni umane, Amleto è il testo che meglio tratta le questioni riguardanti l’affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo grande, lo stato, i grandi destini e temi dell’umanità, e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti.
In questo senso per me, è il testo più moderno, più urgente, e come tale mi sprona più di ogni altro alla sua rappresentazione, anche in veste registica. Il mio impegno è quello di proporre al pubblico contemporaneo, uno spettacolo contemporaneo. Non già con l’intento di mediare, sovrapporsi, o nella migliore delle ipotesi, aggiungersi, alla miriade di interpretazioni che dal 1601 ad oggi sono state fatte; sarebbe un esercizio di stile fine a se stesso e soprattutto assolutamente vano per il pubblico nuovo, del quale ci sentiamo di dover tenere conto in maniera particolare. (Daniele Pecci)
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